A History About Silence

PROIEZIONE VIDEO
Durata video: 21:51 min
Colore;
Suono stereo;
Lingua Audio: Italiano;
Sottotitoli: ITA/ENG;
Terminato nel: 2018;

Regia, scrittura, fotografia e montaggio: Caterina Erica Shanta
Musica: Andrea Belluz

Con il sostegno: Dolomiti Contemporanee e Progetto Borca

SINOSSI: A History About Silence si snoda sull’intervista agli ultimi due Ex IMI - internati Militari italiani dei campi di concentramento tedeschi - ancora viventi nella zona di Pieve di Cadore (BL). La loro vicenda comincia allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando vengono arruolati nelle file dell’esercito italiano fascista e mandati a combattere al fronte. Fedeli all’Italia e non al Duce, nel 1943 con la caduta dello Stato Fascista e l’armistizio del Generale Badoglio con gli Alleati, sono catturati dall'esercito tedesco per aver rifiutato di aderire alla nascente Repubblica di Salò e mandati nei lager.

I numeri ancor oggi non sono dettagliati, ma si stimano circa 650.000 militari italiani tra soldati ed ufficiali internati nel campi di concentramento che non accettarono l’arruolamento nella Repubblica Sociale di Mussolini, né nell’esercito nazionalsocialista di Hitler. Sfruttati come schiavi nella manodopera delle fabbriche, una parte di questi soldati morì di fame, fatica e malattie. I sopravvissuti, al loro rientro in Italia, trovarono il paese nello stravolgimento post-bellico, con uno Stato ed una Repubblica democratica da costruirsi sulle macerie.
Alla fine della guerra la questione si pose principalmente sul dualismo dialogico tra fascisti e antifascisti, tra resistenza italiana e non, escludendo di fatto tutti coloro che si trovarono nel mezzo.
La difficoltà di inquadrare gli Ex IMI nel discorso storiografico e nelle logiche della resistenza fu data anche dalla varietà delle loro posizioni ideologiche, alcuni fedeli ad un’Italia antica ed al Re, altri che semplicemente stanchi della guerra non volevano morire, altri ancora non dichiaratamente antifascisti oppure disinteressati alla politica.
Il velo che calò sulla vicenda degli EX IMI li relegò in uno spazio di vergogna e silenzio che ne accentuò il trauma subito.

Le riprese dell’intero film - eccetto le interviste - sono state realizzate nell’area di edificazione del Forte di Montericco a Pieve di Cadore.
L’originario impianto murario, con la sua posizione sopraelevata sulla montagna, era l’occhio che controllava e definiva le valli circostanti. La sua funzione tuttavia si esaurì dopo la Prima Guerra Mondiale, abbandonato prima di divenire strumento d’offesa.
Questo spazio, oltre a costituire il paesaggio che i due intervistati vedono quotidianamente dalle finestre di casa, diviene metafora di una storia passata rimasta insoluta e condannata al silenzio.
Nel film il soggetto visivo principale è l’acqua, elemento che filtra ciclicamente attraverso le crepe dell’edificio sgretolandone il cemento.


SYNOPSIS: A short story about silence and the challenges of storytelling. It's an incomplete ad uncertain travel. The complexity of the story catches us unprepared on human feelings, with an impossibility to speak about them without suspending our judgment.
The film starts from an interview done to two last former “IMI - Italian soldier prisoners” of the Germans concentration camps, who still live in Cadore (a region on the Dolomites Mountains in North Italy).
Their story starts at the beginning of the Second World War, when they were enlisted in the Italian Fascist Army and sent to the colonies and to the military front in Europe - Greece and Russia. But, as Italian soldiers, they were loyal to the king Vittorio Emanuele and not to Mussolini, who was only a minister.
After the Armistice with the allies called by General Badoglio and the fall of the fascist regime, Mussolini escaped in the North of Italy and founded the “Italian Social Republic of Salò”. In this moment all the Italian soldiers, who didn’t accept to not swear to Mussolini or the Nazis, were captured and sent to the Lagers: there are more about 650.000 people counted, but numbers are still uncertain.

This film was inspired by the reading of “We, Sons of Eichmann: An Open Letter to Klaus Eichmann” by Gunther Anders, written in 1964. All film’s shootings were made in Pieve di Cadore, at Montericco Fort (Belluno, Italy). Black and White photos are from Guido Coletti’s personal archive.